La Scorta: racconto di fantapolitica

La Scorta

Il Direttorio  si era riunito in una località  delle alpi svizzere, in una villa di proprietà di uno dei membri della Confraternita. All'ordine del giorno la situazione italiana e come risolvere il problema del governo "populista" nato dopo le elezioni del 4 Marzo. Dopo aver preso in esame le varie proposte fu la volta del rappresentante italiano.

"Fratello Aspis, a voi la parola!"

"Eletti Fratelli, ho ascoltato con interesse le vostre risoluzioni. Tutte degne di attenzione, ma difficoltose da mettere in pratica. Ottime nel lungo periodo. La mia proposta è semplice, ma efficace ed immediata.Faremo cadere il governo usando una pedina. Fra i nostri Fratelli Minori abbiamo un personaggio che usiamo come provocatore. Ha raggiunto, grazie al nostro appoggio, una  notevole notorietà nazionale e internazionale. E' considerato negli ambienti progressisti un grande scrittore ed un esperto di mafie: Roby Traviano. Il personaggio in questione vive da anni sotto scorta perchè minacciato da un clan mafioso. Ovviamente non è vero, ma questa leggenda  è servita  per circondare il personaggio da un alone di martirio e di onestà cristallina. Ora il ministro degli interni Calvini, insultato dal Traviano, minaccia di torglierli la scorta..."

"Fratello Aspis", intervenne il Numero 1, " se abbiamo ben capito dovremmo eliminare la pedina Traviano per far ricadere la responsabilità del delitto sul governo?"

"Esattio Nunero 1! Il piano è questo: spingeremo Traviano, assicurandogli tutta la protezione e copertura della Confraternita, ad insultare quotidianamente il ministro Calvini. Questi, esasperato gli toglierà la scorta. A questo punto entrerà in azione la Sezione Esecutiva. Basteranno un paio di killer professionisti...Getteremo il corpo di Traviano ai piedi di Calvini. Daremo ordine alla stampa e alle televisioni di scatenare l'inferno contro il governo. Prevedo che nel giro di una settimana ci saranno le dimissioni dell'esecutivo."

"Geniale, Fratello Aspis. Procedete. Avrete il nostro pieno appoggio!" sentenziò il Numero 1.

Lo "scrittore" aizzato dalla Confraternità cominciò ad insolentire quotidianamente il ministro degli interni. Ma nonostante gli epiteti sanguinosi ricevuti, questi si limitò a querelarlo. A Traviano non venne tolta la scorta.

Il piano era fallito. Lo "scrittore", condannato per diffamazione, dovette pagare una grossa cifra al ministro Calvini. Il governo non cadde, anzi,  intorno ad esso crebbe il sostegno popolare.
Il 7 Ottobre sotto il Ponte Umberto I a Torino, fu trovato appeso il corpo di C.B., conosciuto nella Confraternita con il nome di Aspis.


Commenti

  1. Ho cambiato il finale. Questo mi pare sia più consono al personaggio.

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  2. La cosa positiva è che il Direttorio pensa sempre male..

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  3. Mica tanto surreale! Il copista deve la vita a Calvini? Questo no, sono così perversi che piuttosto si sarebbe suicidato inscenando un attentato

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    1. il copista è pavido e furbastro, nei miei racconti lo farei morire d'infarto dopo essere stato costretto a pagare risarcimento e spese legali: la paura di finire in povertà....
      quanto al direttorio per fortuna come dice il proverbio il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Mi sa che ora di ricordarsi che la saggezza popolare è frutto della multimillenaria esperienza umana

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